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Corsi ECM in Tecarterapia: un intervento di David Di Segni

Che cos’è la tecarterapia e perché è importante saper usare bene questa pratica terapeutica?

Quali sono i vantaggi per i fisioterapisti, di frequentare un corso ECM incentrato su questa tecnica? Ce lo spiega David Di Segni, laureato in Fisioterapia nel 2003 presso l’Università degli studi di Roma “La sapienza” con votazione di 110 e lode.

Storia di un corso che va oltre la fisioterapia

La fisioterapia in Italia è una branca medica relativamente giovane: da qualifica regionale è stata inserita in un corso di Laurea universitario a partire dal 1998.

Questo ha prodotto dei terapisti molto bravi dal punto di vista tecnico, magari con un bagaglio di esperienze molto alto, ma con scarsa propensione al lavoro scientifico, caratteristica molto comune nel mondo medico, abituato a lavorare con pubblicazioni e rigore.

Nei primi anni della comparsa della fisioterapia moderna (ricordo che anche nell’antica Roma si praticavano terapie per recuperare chi si procurava un infortunio) si sono succedute molte terapie strumentali, che hanno aiutato il fisioterapista a raggiungere il proprio scopo terapeutico, anche se molte di queste sono cadute nel dimenticatoio, a causa dello scarso contenuto scientifico e molta “Pratica” che comunque dava sporadicamente dei risultati terapeutici.

La tecarterapia è forse la terapia che è riuscita a conquistare il mercato e a mantenerlo grazie ad un grosso lavoro di marketing, alla vasta offerta di corsi di formazione professionale e soprattutto ai risultati davvero sbalorditivi.

 

La tecnologia alla base della tecarterapia

Quando si parla di tecarterapia, si parla soprattutto di un nome commerciale, in quanto la tecnologia di base è la Diatermia, concetto fisico noto già da oltre 50 anni, e mai sfruttato, fino a quando una azienda ha deciso di imporre sul mercato la propria Diatermia chiamandola, appunto, Tecarterapia.

Il principio di funzionamento fisico è quello di un condensatore, al centro del quale c’è il corpo umano, che viene attraversato dalla corrente. In base alla tipologia di elettrodi e allo studio delle geometrie, si può scegliere quali tessuti trattare e come interagire con loro.

In questo modo si ottiene maggiore enfasi sulle strutture ossee, sulle strutture muscolari, sugli organi o sul sistema linfatico. Compito del Fisioterapista è quello di decidere come lavorare e come sfruttare al meglio il macchinario.

Negli anni molte case produttrici di elettromedicali, si sono gettate nella produzione di macchinari per la fisioterapia e io come blogger ho deciso, all’interno del mio sito Mdm fisioterapia, di recensirne le caratteristiche e aiutare la categoria di fisioterapisti a scegliere il macchinario più adatto alle loro caratteristiche di lavoro.

Infatti, si è assistito nel tempo alla comparsa di macchinari che sfruttano elettrodi bipolari, frequenze per permettere la veicolazione di sostanze medicamentose e fitoterapiche, andando a migliorare la tecnologia di base, e fornendo ai terapisti strumenti terapeutici nuovi..

Importanza della formazione VS l’utilizzo dei macchinari

In questo mercato, l’aspetto della formazione, che forse è il primo punto a cui fare riferimento quando si decide di acquistare un macchinario di tecar per il proprio studio, o per la terapia domiciliare, è quello che spesso latita.

Si assistono nei vari gruppi di Fisioterapia a domande banali da parte dei ragazzi, che indicano una forte lacuna nell’utilizzo di una tecnologia così diffusa.

Pendere in mano una Tecar e iniziare a far scorrere l’elettrodo sulla cute può essere riduttivo, ridurre le possibilità di successo nel trattamento, oltre a riservare grosse sorprese al terapista, che non ha approfondito e, soprattutto, non ha fatto le sue considerazioni sull’obiettivo della propria terapia.

Spesso gli insuccessi sono legati proprio alla cattiva informazione, piuttosto che un malfunzionamento dell’apparecchio, rispetto ad altri.

È difficile poter utilizzare la tecarterapia in modo professionale senza un’adeguata formazione e in tal senso corsi spot o di una durata ridotta non possono essere sufficienti.

Esistono corsi di formazione di qualità che possono fare la differenza tra utilizzare questa tecnologia finalizzata alla produzione di calore o il applicare un valido modello terapeutico.

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