Upskilling e reskilling

Upskilling e reskilling: come restare competitivi

Nel contesto attuale, caratterizzato da rapidi cambiamenti tecnologici e di mercato, le competenze richieste ai lavoratori sono in continua evoluzione e stare al passo è diventato molto complesso. Quanti di voi conoscono, ad esempio, il significato di upskilling e reskilling? Eppure, emergono come strategie fondamentali per mantenere la competitività nel mercato del lavoro. Scopriamole insieme.

Definizione di upskilling ereskilling

Prima di tutto, è necessario definire entrambi i concetti:

  • Upskilling: è letteralmente il processo di acquisizione di nuove competenze o il miglioramento di quelle esistenti, al fine di svolgere meglio il proprio ruolo attuale o prepararsi per posizioni più avanzate all’interno dello stesso campo.
  • Reskilling: al contrario, è il processo di apprendimento di competenze completamente nuove per intraprendere un ruolo diverso, spesso in risposta a cambiamenti nel mercato o all’automazione di determinate mansioni.

Trend e statistiche sul mercato del lavoro italiano

In Italia, la necessità di upskilling e reskilling è particolarmente evidente. Secondo un rapporto del 2024, il 54% delle aziende italiane ha dichiarato di avere difficoltà a trovare candidati con le competenze adeguate per le posizioni aperte. Questo mismatch tra domanda e offerta di competenze evidenzia l’urgenza di investire in programmi di formazione mirati e un’attenzione maggiore alle esigenze dei singoli.

I progressi tecnologici e una maggiore attenzione al work-life balance hanno poi cambiato le regole del gioco nel mondo del lavoro nel nostro Paese, con stravolgimenti che continuano sotto i nostri occhi: si prevede che oltre il 40% delle competenze attualmente richieste nel mercato del lavoro italiano, ad esempio, cambieranno nei prossimi anni a causa dell’automazione e della digitalizzazione. Questo significa che molti lavoratori dovranno acquisire nuove competenze per rimanere occupabili e puntare, quindi, sul reskilling di cui sopra.

Quali sono i settori in trasformazione

Alcuni settori in Italia stanno vivendo trasformazioni significative, ben più degli altri:

  • Manifatturiero: l’introduzione di tecnologie avanzate come l’Industria 4.0 richiede competenze digitali e tecniche avanzate.
  • Servizi Finanziari: l’adozione di soluzioni fintech e blockchain sta cambiando le competenze richieste nel settore bancario e assicurativo.
  • Sanità: l’uso crescente di telemedicina e tecnologie sanitarie digitali richiede al personale medico e amministrativo di aggiornare le proprie competenze.
  • Comunicazione: è il settore che più vive al passo con i tempi, plasmandosi alle nuove esigenze della società ma anche ai cambiamenti repentini messi in atto dai social e dai mass media in generale.

I benefici dell’upskilling e reskilling

Investire in upskilling e reskilling offre numerosi vantaggi sia per le aziende che per i dipendenti:

  • Per le aziende:

    • Aumento della produttività: dipendenti più qualificati possono svolgere le loro mansioni in modo più efficiente.
    • Riduzione del turnover: offrire opportunità di crescita professionale aumenta la fidelizzazione.
    • Adattabilità: una forza lavoro versatile può rispondere meglio ai cambiamenti del mercato.
  • Per i dipendenti:

    • Sicurezza lavorativa: acquisire nuove competenze aumenta l’occupabilità.
    • Crescita professionale: maggiori opportunità di avanzamento di carriera.
    • Soddisfazione personale: l’apprendimento continuo contribuisce al benessere individuale.

Quali strategie per implementare programmi di upskilling e reskilling

Per implementare efficacemente programmi di upskilling e reskilling, le aziende possono adottare molte strategie diverse. In primis, analizzando e valutando le competenze attuali dei dipendenti, identificando le lacune del presente rispetto alle esigenze del medio-lungo futuro.

Molto importante poi, è la collaborazione con enti formativi: stabilire partnership con università, istituti tecnici e piattaforme di e-learning per offrire corsi mirati è infatti una scelta imprescindibile per attuare l’upskilling e il reskilling. La formazione stessa non può essere statica, ma anzi altamente personalizzata, adattando i vari programmi formativi alle esigenze individuali dei dipendenti, considerando i loro ruoli e aspirazioni. Offrire incentivi, come certificazioni riconosciute o avanzamenti di carriera, aiuterà poi anche la motivazione dei dipendenti e renderà la fase conclusiva, ovvero il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia dei programmi, agile e produttiva.

Il ruolo della tecnologia nella formazione

La tecnologia svolge un ruolo chiave nell’upskilling e reskilling. Piattaforme di e-learning, realtà virtuale e aumentata, e strumenti di intelligenza artificiale possono rendere la formazione più accessibile e coinvolgente. Ad esempio, l’uso di simulatori virtuali permette ai dipendenti di praticare nuove competenze in ambienti sicuri e controllati.

In un mercato del lavoro in continua evoluzione, l’upskilling e reskilling rappresentano la chiave per mantenere la competitività sia a livello individuale che aziendale. Investire nella formazione aziendale non è solo una risposta alle sfide attuali, ma una strategia proattiva per prepararsi al futuro. Le aziende italiane che abbracciano questa mentalità saranno meglio posizionate per affrontare le trasformazioni del mercato e garantire una crescita sostenibile.

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