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Lasertarapia: tutte le applicazioni nella fisioterapia

La laserterapia è una particolare tecnica terapeutica che si avvale dell’energia generata dai raggi laser per ottenere una risposta biochimica in corrispondenza della membrana cellulare.

Utilizzare i raggi laser in fisioterapia consente agli operatori del settore sanitario di operare in maniera sempre meno invasiva e con maggiore precisione. Questo è il motivo per il quale sempre più spesso si sente parlare di laserterapia, soprattutto in ambito fisioterapico.

L’utilizzo del laser in fisioterapia richiede inoltre una formazione specialistica attraverso corsi mirati a trasmettere conoscenze teoriche e pratiche da applicare al settore fisioterapico e da replicare anche in altri ambiti della medicina come l’ortopedia e la medicina estetica. In questa categoria di corsi rientrano anche i corsi ECM finalizzati al raggiungimento dei crediti ECM, destinati al personale medico e sanitario e obbligatori per legge.

Finalità pratiche del laser in fisioterapia

Quando si parla di laser in fisioterapia e in medicina, in generale, occorre tener presente le finalità per le quali si utilizza. Prendiamo in considerazione l’applicazione del laser nella fisioterapia, in questo caso specifico, ha due particolari funzioni: antidolorifico e antinfiammatorio.

L’azione antidolorifica del laser si ha perché vi è un aumento della soglia di percezione delle terminazioni nervose e, inoltre, contribuisce a liberare endorfine, che notoriamente sono dotate di una potente attività analgesica ed eccitante.

L’effetto antinfiammatorio, invece, è dovuto all’aumento del flusso sanguigno che si ottiene a seguito della dilatazione dei vasi sanguigni.

Ovviamente non è tutto così semplice, esistono anche dei limiti alla laserterapia in ambito fisioterapico. I principali riguardano l’azione del laser e la difficoltà di individuare il giusto dosaggio, perché un’eccessiva potenza potrebbe provocare danni non del tutto marginali nell’ambito di un percorso di cure fisioterapiche.

Tuttavia, i benefici che la laserterapia può apportare giustificano ampiamente l’impiego di questa tecnologia.

I benefici della laserterapia

La laserterapia serve a fornire ai tessuti energia elettromagnetica, in particolare:

  • aumenta l’attività del metabolismo, di DNA, RNA, proteine e aminoacidi;
  • svolge, come abbiamo già visto una funzione antinfiammatoria e analgesica;
  • aumenta il drenaggio linfatico;
  • migliora la circolazione sanguigna negli arti;
  • ha un effetto cicatrizzante su tessuti connettivi e molli e, di conseguenza, può essere utilizzato in caso di lesioni muscolari che, naturalmente, non possono essere risolte chirurgicamente;
  • ha un effetto rilassante, grazie all’effetto termico.

La laserterapia in campo ortopedico

La laserterapia può essere utilizzata anche in campo ortopedico, in particolare per:

  • trattamento di artralgie reumatiche e degenerative (lombaggine, scialatgia, ernia del disco, tendinite, ecc.);
  • traumi generali, come distorsioni, stiramenti muscolari, borsiti, ulcere, ecc.
  • trattamenti riabilitativi a seguito di traumi ortopedici (anca, polso, spalla, ginocchio, caviglia, femore, ecc.), di ictus, di problemi di natura neurocognitiva e di Parkinson;

Come funziona la laserterapia

La laserterapia può essere eseguita da diverse categorie di persone che operano in ambito sanitario: chirurgo vascolare, cardiologo, chirurgo generale, dermatologo e venereologo, fisiatria, ginecologo, medico estetico, odontoiatra, fisioterapista, medico riabilitativo, oculista, a seconda delle esigenze e del problema che occorre risolvere. Anche il massofisioterapista può utilizzare la laserterapia, nell’ambito della medicina alternativa.

L’impiego della laserterapia è tecnicamente semplice e parzialmente indolore, il paziente, infatti percepisce solo una leggera ondata di calore sulla parte trattata. Naturalmente, come abbiamo già detto, occorre una formazione tecnica e un corso in laserterapia che insegni ad utilizzare questa particolare tecnica e consenta di prevenire tutti i rischi ad essa legata.

Genericamente, possiamo dire che l’applicatore del laser viene appoggiato sulla parte da trattare, mentre il paziente è seduto o disteso sul lettino. Il numero e la frequenza delle sedute da effettuare vengono decisi in base alla problematica da trattare. Una seduta dura in genere dai 10 ai 20 minuti, ma occorre distinguere caso per caso.

In caso di gravidanza o in caso di presenza di neoplasie maligne o epilessia si sconsiglia l’uso della laserterapia, che, invece, può essere impiegata nei pazienti portatori di pacemaker. Non vi sono particolari effetti collaterali, ma può capitare che a seguito del trattamento si manifestino arrossamenti, leggero prurito e piccoli ematomi, che comunque si riassorbono nel giro di qualche giorno. Solo in casi molto rari si verificano piccole e leggere ustioni.

La valutazione dei rischi, delle situazioni e dell’opportunità dell’impiego della laserterapia restano, in ogni caso, a cura dello specialista formato che deve materialmente eseguire la terapia.

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