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DSA e metodi didattici per l’inclusione attiva

Secondo i principi della pedagogia inclusiva ognuno è speciale, tutti possono imparare, la diversità è un punto di forza e la cooperazione favorisce l’apprendimento. Per queste ragioni è fondamentale riuscire a valorizzare tutti gli studenti creando, per ciascuno di essi, in particolar modo per gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), percorsi di apprendimento specifici.

Cosa sono i DSA – Disturbi Specifici dell’Apprendimento

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) designano una serie di disabilità che comportano notevoli difficoltà nell’acquisizione e utilizzazione della lettura, della scrittura e del calcolo.

La caratteristica principale di tali problematiche è rappresentata proprio dalla loro “specificità”, ovvero il disturbo riguarda un particolare e delimitato campo di abilità, indispensabile per l’apprendimento, lasciando inalterato il funzionamento intellettivo generale. Ciò rende, in molti casi, ancor più complessa la diagnosi di tali disturbi.

I DSA più comuni sono dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia. Vediamoli nel dettaglio.

Dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia

  • La Dislessia è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura corretta e/o fluente.
  • La Disortografia si manifesta nella difficoltà di scrivere in modo corretto da un punto di vista ortografico.
  • La Disgrafia fa riferimento alla difficoltà di scrivere in modo fluido, veloce ed efficace.
  • La Discalculia si esplica nella difficoltà a comprendere ed operare con i numeri e nell’automatizzazione di alcuni compiti numerici e di calcolo.

Si tratta dunque di disturbi differenti con diverse fisionomie ma che nella pratica clinica risultano spesso associati fra loro.

Per diagnosticare tali problematiche sono necessari test specifici finalizzati alla valutazione dello stato degli apprendimenti delle abilità strumentali, il funzionamento cognitivo, neuropsicologico ed emotivo.

Un report del MIUR dello scorso aprile sugli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento ha evidenziato che gli alunni con DSA sono circa il 2,9% e fra i 254mila studenti con una certificazione di DSA, circa il 50% è dislessico. Inoltre, negli ultimi tre anni le certificazioni di dislessia sono aumentate del 48% e quelle della disgrafia del 90%.

L’alta incidenza di tali disturbi e le ripercussioni che hanno sull’andamento scolastico con conseguente riduzione delle potenzialità sociali e lavorative dello studente con DSA, ha posto la questione al centro del dibattito e dell’attenzione da parte del MIUR.

Tra le cause alla base dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono esservi sia fattori genetici che acquisiti, come sofferenza cerebrale precoce, lesioni di varia natura, ritardi maturativi, ecc.

Inoltre, l’esperienza clinica attesta che i disturbi specifici dell’apprendimento sono spesso associati a disturbi emotivi e comportamentali con un’incidenza che oscilla tra il 25% e il 50% dei casi. Tra i disturbi emotivi e comportamentali più frequenti negli alunni con DSA troviamo:

  • deficit di attenzione e iperattività;
  • disturbo oppositivo-provocatorio;
  • disturbi della condotta;
  • disturbo depressivo;
  • disturbi di ansia.

Metodi didattici per l’inclusione attiva: la Lavagna LIM

L’individuazione della diversità deve avere come scopo la sua valorizzazione, attraverso una diversificazione funzionale dei percorsi, che deve però attuarsi e trarre forza attraverso la cooperazione del gruppo classe.

Al docente spetta il compito di creare degli obiettivi didattici, organizzare l’ambiente e le modalità di apprendimento, pianificare le sequenze didattiche e utilizzare attività di ricerca e riflessione, condivisa con gli studenti.

Un valido strumento a sostegno dell’inclusione attiva è rappresentato dalla LIM – Lavagna Interattiva Multimediale, importante per la comprensione ed elaborazione dei significati, attraverso strumenti di semplificazione.

Lezioni con la LIM: come si usa in classe

La LIM è indirizzata all’intera classe ed è questo che lo rende uno strumento fortemente inclusivo, in quanto diventa il centro dell’attenzione di tutta l’aula, naturalmente con i dovuti accorgimenti per rispondere alle diverse esigenze degli studenti.

L’uso della LIM in classe va ad integrare i tradizionali metodi didattici e favorisce una lezione interattiva. La didattica con la LIM stimola momenti di riflessione condivisa, difficilmente realizzabili con le classiche lezioni frontali.

Alcune delle attività d’inclusione che possono essere svolte durante le lezioni con la LIM sono:

  • creazione di mappe concettuali;
  • utilizzo di pagine a righe o quadretti con margini visibili e differenziati;
  • utilizzo di font specifici;
  • utilizzo di software;
  • utilizzo interattivo dei video;
  • Realizzazione di attività di semplificazione del contenuto.

Queste ovviamente sono solo alcune delle molteplici risorse didattiche che può offrire la LIM.

Concorso sostegno per infanzia e primaria

Conoscere il funzionamento della Lavagna LIM e i metodi didattici per soggetti con BES, potrà essere molto utile in occasione del prossimo concorso per il sostegno bandito dal MIUR.

A breve infatti, il Ministero bandirà il concorso ordinario per infanzia e primaria che prevederà oltre 4mila posti per il sostegno. Infatti, lo scorso 9 novembre, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bando del concorso straordinario, il MIUR ha emanato il seguente comunicato:

“Il concorso ordinario, per il quale il MIUR ha presentato richiesta al MEF, prevede un contingente complessivo di 10.183 posti: 5.626 comuni e 4.557 di sostegno.”

L’obiettivo è quello di svolgerlo nel corso del 2019 e i requisiti di accesso sono:

  • per i posti comuni il titolo di accesso è il diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02 o laurea in Scienze della formazione primaria e non sono necessari anni di servizio;
  • per il sostegno, verosimilmente, sarà richiesto il diploma di specializzazione, come per le analoghe procedure svolte nel 2016.

È importante ricordare che ai concorsi possono partecipare anche i docenti di ruolo.

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